Rocco Schiavone 3: recensione e replica secondo episodio “L’accattone” andato in onda su Rai 3, ieri sera, mercoledì 9 ottobre 2019.
Recensione del secondo episodio della serie Rocco Schiavone “L’accattone”. Il cadavere del ragionier Iatta viene rinvenuto dietro a un’edicola da Alfredo Bissolati. I due si conoscevano perché, assieme al comune amico Carlo Moriani, erano soliti recarsi al mercato rionale all’ora della chiusura in cerca di qualcosa da mangiare tra gli avanzi.
Ma questo non è l’unico accadimento su cui Schiavone si trova ad indagare: Costa, infatti, gli ha rivelato che nella questura c’è un ladro che si è accaparrato un computer e un drone. E il vicequestore deve assolutamente scoprire il responsabile.
Rocco Schiavone 3: replica secondo episodio “L’accattone”
Breve riassunto del primo episodio della terza stagione di Rocco Schiavone “La vita va avanti”. Rocco è di nuovo ad Aosta, ormai solo, a fare i conti con quello che è successo: il suo migliore amico Sebastiano è agli arresti domiciliari, Furio e Brizio non lo chiamano più, Caterina, di cui si era innamorato, si è rivelata una spia.
A Rocco è rimasta solo Marina, che ancora di tanto in tanto torna a fargli compagnia, e il suo vicino di casa Gabriele. E poi, ovviamente, il suo lavoro che lo porta ad investigare su un delitto avvenuto in Valpelline. Ma Schiavone non ha più voglia di indagare.
Dove eravamo rimasti? Un cadavere senza nome viene trovato tra le colline di Castel di Decima a Roma, in tasca ha solo un biglietto con scritto il numero di telefono di Schiavone. Rocco è costretto, così, a tornare a Roma per fare i conti con il suo passato oscuro, un compito che si rivela sempre più difficile, visto che da un po’ di tempo qualcuno sta informando il questore di ogni suo spostamento. Per la prima volta, Schiavone non può fidarsi di nessuno, a parte Caterina e il piccolo Gabriele.
Replica primo episodio “La vita va avanti”
Marco Giallini è Rocco Schiavone è un vicequestore in forza alla Polizia di Stato. Romano fin nel midollo, che si ritrova a dover svolgere le sue funzioni nella città di Aosta. Saccente, sarcastico, nel senso più romanesco del termine, maleducato, cinico quanto basta, odia il suo lavoro, ma soprattutto odia Aosta. Però ha talento.