Puntata molto interessante quella della trasmissione Report, andata in onda, lunedì 30 novembre. Riflettori puntati su due grandi inchieste in sostanza, una relativa ad Alitalia e Piaggio Aerospace e l’altra altrettanto importante relativa ad alcuni documenti inediti relativi al piano pandemico nazionale ed al ruolo dell’OMS, misteriosamente scomparsi.
“In questo periodo si parla tanto di Alitalia perché il governo Conte ha deciso di stanziare 3 miliardi di euro per salvarla. Si aggiungono ai tanti soldi pubblici messi in campo in quello che sembra un pozzo senza fondo. E quando è toccato ai privati? L’ultima avventura è stata quella con gli emiratini di Etihad, una partnership fortemente sponsorizzata dall’allora premier Matteo Renzi. Come è finita? Molto male. Dopo due anni e mezzo hanno portato i libri in tribunale.
Ma il rapporto degli Emirati con l’Italia in epoca Renzi non si esaurisce con Alitalia: Report mostrerà tutti i documenti sul famoso Air Force Renzi, l’aereo di Stato voluto dall’ex premier. Si era siglato un accordo, sempre con Etihad, di svariati milioni di euro per un aereo che valeva pochissimo ed era fuori produzione dal 2011. Inoltre, l’inchiesta racconterà la vicenda di Piaggio Aerospace, l’azienda aeronautica del settore sicurezza e difesa anch’essa entrata in possesso degli Emirati Arabi in epoca renziana. E poi c’è un drone militare in sperimentazione, precipitato misteriosamente”. (Fonte Rai.it/Programmi/Report)
Un documento dell’Oms denunciava che il piano pandemico italiano è del 2006, come scoperto da Report. Poche ore dopo la sua pubblicazione viene rimosso. Secondo le stime del Generale Lunelli, esperto di difesa batteriologica, un piano aggiornato avrebbe salvato diecimila vite. Report tornerà a raccontare con documenti esclusivi cosa è successo davvero nelle stanze dell’Oms e perché il rapporto scomparso è una bomba mediatica, tra incidenti diplomatici, cattivo uso di fondi della cooperazione, immunità diplomatica usata da scudo contro le convocazioni della procura di Bergamo e una curiosa comunione di intenti tra i pezzi grossi dell’Oms e il nostro ministero della Salute.