Con l’accusa di istigazione a commettere reati di terrorismo, questa mattina, a Palermo, la polizia, su ordine della Procura palermitana, ha fermato una cittadina libica di 45 anni, Khadgia Shabbi, che ricopre il ruolo di ricercatrice universitaria in Economia nell’Ateneo siciliano. La quarantacinquenne libica, secondo l’accusa, era in contatto con diversi foreign fighters e faceva propaganda per Al Qaeda sul web.
Secondo una prima ricostruzione degli inquirenti della Procura di Palermo, Khadgia Shabbi vive nel capoluogo siciliano da tre anni e per di più, secondo quanto si apprende, dal comunicato stampa che ha seguito il fermo, la donna riceve un assegno di duemila euro al mese dall’ambasciata libica.
I Pubblici Ministeri palermitani contestano alla cittadina libica l’accusa di istigazione a delinquere in materia di terrorismo aggravata dalla transnazionalità. L’indagine svolta dalla Procura di Palermo è coordinata dal Procuratore Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Leonardo Agueci e dal pm Gery Ferrara.
Secondo quanto riporta il portale d’informazione Live Sicilia: “La decisione del gip di imporre alla ricercatrice universitaria libica, fermata con l’accusa di istigazione a commettere reati di terrorismo, l’obbligo di dimora e non la custodia cautelare in carcere come chiesto dalla Procura. Nel provvedimento del gip non si impone alcun divieto di comunicazione all’indagata, accusata, tra l’altro, di fare propaganda per Al Qaeda tramite i social.
Così il procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, ha commentato: “La misura è del tutto inadeguata alle esigenze cautelari e all’intensissima rete di rapporti intrattenuti dall’indagata, oltre che contraddittoria e contraria alla più recente giurisprudenza. Pertanto la impugneremo”.