Nel Decreto Rilancio, la manovra straordinaria che il Consiglio dei Ministri ha approvato dopo lunghe consultazioni, prevede delle modifiche e cambiamenti su alcuni aspetti già previsti nel precedente Decreto “Cura Italia”. A tal proposito rientrano due filoni importanti, la cassa integrazione che tanto ha fatto discutere la durata e la lentezza dei pagamenti ed il bonus 600 euro a liberi professionisti ed autonomi già elargito nel mese di aprile. Di seguito riportiamo in sintesi le misure previste per la cassa integrazione ed il bonus 600 autonomi nel nuovo Decreto Rilancio comunicato agli italiani ieri sera dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. (Fonte Adnkronos).
CASSA INTEGRAZIONE PIU’ LUNGA E PIU’ VELOCE. Il dl estende ulteriormente la Cig di ulteriori 9 settimane (dopo le prime 9 previste dal dl Cura Italia): si tratta di 18 settimane quindi in tutto, delle quali fino a 14 per il periodo dal 23 febbraio al 31 agosto per i soli datori di lavoro che abbiamo interamente fruito il periodo precedentemente concesso.
È inoltre riconosciuto un eventuale ulteriore periodo di 4 settimane dal 1 settembre 2020 al 31 ottobre 2020. Per accelerare il pagamento dell’integrazione salariale ed evitare i ritardi del dl Cura Italia vengono introdotte delle norme con un ‘calendario’ delle procedure per l’esborso con l’obiettivo di assicurare i pagamenti entro un mese e mezzo dalla presentazione delle domande, a patto che la richiesta sia stata formulata in modo corretto e completo.
BONUS AUTONOMI, COCOCO. Resta a 600 anche per il mese di aprile il bonus per i liberi professionisti e i co.co.co già beneficiari dell’indennità a marzo. Per i liberi professionisti iscritti alla gestione separata, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, che abbiano subito comprovate perdite (riduzione di almeno il 33% del reddito del secondo bimestre 2020 rispetto a quello del secondo bimestre 2019), è riconosciuto un bonus da 1000 euro per maggio.
Mille euro a maggio anche per i cococo sempre iscritti alla gestione separata non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, aventi specifici requisiti.
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