Elezioni Castelvetrano 2017: voto o non voto questo è il dilemma, comune verso lo scioglimento?
Castelvetrano è una cittadina che negli ultimi mesi, o per meglio scrivere, anni, fa parlare di sè. La ragione è sempre la stessa, la città natale del boss latitante, Matteo Messina Denaro: la presenza / assenza ha portato a decine di arresti, sequestri e confische di beni, ma dal 20 marzo, per la prima volta, lo stato, attraverso degli ispettori prefettizi, sta valutando presunte infiltrazioni mafiose, nella gestione amministrativa del comune di Castelvetrano.
Elezioni Castelvetrano 2017: voto o non voto questo è il dilemma, comune verso lo scioglimento?
Però c’è un fatto, che sicuramente farà giurisprudenza, domenica 11 giugno 2017, Castelvetrano è chiamata alle urne per eleggere il nuovo sindaco, che sostituirà, il dimissionario, avv. Felice Errante Junior, e naturalmente la nuova giunta municipale. Chi vive a Castelvetrano ha avvertito un clima surreale, solitamente, i mesi di avvicinamento alle elezioni, sono caratterizzati da fermento politico, riunioni e comizi nelle piazze.
A meno di 20 giorni dal voto invece c’è solo il forte dilemma che si avvisa: si vota o non si vota? Si sfoglia la margherita in attesa di un cenno che potrebbe giungere nelle prossime ore, dal Ministro dell’Interno Marco Minniti. Due le ipotesi che potrebbero colpire la città di Castelvetrano: la sospensione delle elezioni comunali in attesa delle decisioni frutto d’indagine prefettizia e ministeriale oppure, si va al voto, con il rischio serio di scioglimento dopo, con la nuova giunta municipale che nel frattempo si è formata. L’eventuale commissariamento porterebbe la città di Castelvetrano al voto fra due anni.
Elezioni Castelvetrano 2017: voto o non voto questo è il dilemma, comune verso lo scioglimento?
Castelvetrano, come tanti altri comuni, è nella lista degli enti locali dove fra 20 giorni si voterà per il rinnovo del sindaco e del consiglio comunale. Ecco perché il mandato affidato agli ispettori ministeriali è quello di fare in fretta. Anche se in paese è forte la convinzione che Roma opterà per lo scioglimento dell’amministrazione e il rinvio delle elezioni.