Addio a Laura Antonelli, diva del cinema italiano, conosciuta in tutto il mondo per essere la protagonista di alcune pellicole che hanno fatto la storia del cinema made in Italy anni settanta e ottanta, poi una fase calante della carriera con una discesa verso una vita alquanto tormentata. Laura Antonelli, nome d’arte di Laura Antonaz è nata a Pola 28 novembre 1941 a Pola, città dell’Istria, attualmente in Croazia all’epoca in Italia, in una famiglia istriana, è morta a Roma il 21 Giugno 2015. Insieme alla quasi coetanea Femi Benussi e alle più anziane Alida Valli e Sylva Koscina fa infatti parte delle “bellissime quattro” dalmato-istriane. Da bambina con la sua famiglia è profuga durante l’esodo istriano. Compie gli studi superiori a Napoli, presso il Liceo Scientifico “Vincenzo Cuoco”, e in seguito si diploma presso il locale I.S.P.E.F (Istituto Superiore Pareggiato di Educazione Fisica).
Trasferitasi a Roma con la propria famiglia, per un breve arco di tempo svolge l’attività d’insegnante di Educazione fisica presso il Liceo artistico sito in Via di Ripetta. Dopo aver girato alcuni Caroselli per la Coca Cola ed interpretato numerosissimi fotoromanzi, diffusi anche all’estero, esordisce nel cinema interpretando piccoli ruoli in vari film, a cominciare da Il magnifico cornuto di Antonio Pietrangeli del 1964 e Le sedicenni di Luigi Petrini del1965.
La sua prima parte importante le viene offerta, nel 1969, dal regista Massimo Dallamano che la sceglie come protagonista del film Venere in pelliccia, ispirato al romanzo di Leopold von Sacher-Masoch. Ma l’occasione sfuma a causa della feroce censura del tempo, che blocca l’uscita del film, il quale sarà riproposto sei anni più tardi con il titolo Le malizie di Venere. Nel 1971 raggiunge una certa notorietà, recitando nel film Il merlo maschio, interpretato al fianco di Lando Buzzanca e diretto da Pasquale Festa Campanile.
Nel 1973 interpreta il ruolo di una sensuale cameriera in Malizia di Salvatore Samperi, accanto a Turi Ferro ed al giovane Alessandro Momo. Il film, campione di incassi con 6 miliardi di lire, divenne un vero cult movie, entrando prepotentemente nell’immaginario erotico degli italiani e innalzando l’attrice a “icona sexy” del Belpaese, oltre a farle ottenere il Nastro d’Argento alla migliore attrice protagonista, conferitole dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani e il Globo d’oro alla miglior attrice rivelazione, premio della stampa estera.
La parabola ascendente di Laura Antonelli si interrompe la notte del 27 aprile 1991, quando nella sua villa di Cerveteri vengono trovati 36 grammi di cocaina. L’attrice è arrestata dai Carabinieri della locale stazione ed associata alla casa circondariale di Rebibbia (Roma), dove però resta solo qualche giorno, a seguito della concessione degli arresti domiciliari. È condannata in primo grado a tre anni e sei mesi di carcere per spaccio di stupefacenti.
Il 3 giugno 2010 l’attore Lino Banfi lanciò un appello dalle pagine del Corriere della Sera all’allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi e al ministro per i Beni e le Attività Culturali Sandro Bondi, in cui chiedeva sostegno economico per la Antonelli che si trovava in una situazione di sofferenza economica. Sebbene il Ministro avesse accolto la richiesta auspicando l’applicazione della legge Bacchelli a sostegno degli artisti, l’attrice aveva fatto sapere di preferire di non essere aiutata e di essere invece dimenticata.
Redazione Peoplexpress