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Magna Carta: 800 anni fa veniva introdotto il primo documento dei diritti dei cittadini

Sono passati 800 lunghi anni dall’introduzione della Magna Carta, il primo documento, scritto in latino, storico provvedimento fondamentale per il riconoscimento dei diritti dei cittadini. Il nome in latino della Magna Carta fu Magna Charta Libertatum,  fu introdotto da re d’Inghilterra Giovanni Senzaterra, costretto a concedere ai baroni del Regno, propri feudatari diretti, presso Runnymede, il 15 giugno 1215. La Magna Carta è stato il primo grande documento che ha regolamentato il riconoscimento universale dei diritti dei cittadini, sebbene essa vada inscritta nel quadro di una giurisprudenza feudale in cui, durante il XII e XIII secolo, la concessione di privilegi (libertates) da parte di sovrani a comunità o sudditi, offre altri esempi di natura analoga (Federico Barbarossa alla Lega Lombarda nel 1183, il re Andrea II d’Ungheria ai suoi vassalli nel 1222). In sostanza la Magna Carta conferma i privilegi del clero e dei feudatari, eliminando o diminuendo l’influenza del re. Google ha dedicato un doodle animato e celebrativo allo storico documento.

COSA INTRODUCEVA LA MAGNA CARTA: Il divieto per il sovrano di imporre nuove tasse ai suoi vassalli diretti senza il previo consenso del “commune consilium regni”, il consiglio comune del regno, formato da arcivescovi, abati, conti e i maggiori tra i baroni, da convocarsi con un preavviso di almeno quaranta giorni e deliberante a maggioranza dei presenti (articoli 12 e 14). La garanzia, valida per tutti gli uomini di condizione libera, di non poter essere imprigionati senza prima aver sostenuto un regolare processo, da parte di una corte di pari, se la norma era incerta o il tribunale non competente, o secondo la “legge del regno” (articolo 39, in cui si ribadisce il principio del “habeas corpus integrum”).

La proporzionalità della pena rispetto al reato (articolo 20). L’istituzione di una commissione di venticinque baroni, che, nel caso in cui il re avesse infranto i suoi solenni impegni, doveva fargli guerra, chiedendo la partecipazione di tutti i sudditi (articolo 61, in cui si manifesta il futuro principio della legittima resistenza all’oppressione di un governo ingiusto). L’integrità e libertà della Chiesa inglese (articolo 1), precedentemente messa in discussione sia dalla disputa tra Enrico II, padre di Giovanni, e l’arcivescovo di Canterbury Tommaso Becket sulla giurisdizione regia nelle cause criminali contro gli ecclesiastici, sia dall’iniziale mancato riconoscimento (compiuto solo dopo la scomunica da parte del papa Innocenzo III con la Bolla pontificia del 24 agosto 1215) dell’arcivescovo Stephen Langton (tra i maggiori ispiratori della Carta) da parte del re Giovanni.

Redazione Peoplexpress