Blitz nella notte a Castelvetrano, paese d’origine della primula rossa della mafia siciliana. Perquisizioni anche a Mazara del Vallo VIDEO
La caccia a Matteo Messina Denaro non si ferma. Latitante da 25 anni, il padrino castelvetranese non lascia traccia. E’ abile a non fidarsi di nessuno in tema di comunicazione. Tutti i suoi messaggi vengono distrutti. A qualcuno però, ogni tanto, scappa qualche frase che incuriosisce gli inquirenti. Perchè fra uomini d’onore tirare in ballo Messina Denaro sembra quasi un motivo di orgoglio e di potenza. Alcuni sodali del boss latitante negli ultimi tempi qualche parola di troppo se la sono fatta scappare. Abilmente gli uomini che gli danno la caccia (da ormai troppo tempo) hanno captato il segnale.
Un mafioso nel marsalese, qualche anno addietro, durante una conversazione, ritenne utile comunicare ai suoi amici che Matteo si trova dalle sue parti. Castelvetrano e zone limitrofe se non dove? Castelvetrano è la sua roccaforte come del resto la provincia di Trapani, zoccolo duro di una mafia che alterna fasi di 2.0 ma anche di ritorni alle origini. Una mafia che impone la propria forza attirando consenso e soggezione. Un potere criminale che in 25 anni è riuscito a iniettarsi nel tessuto connettivo civico ed economico.
IL BLITZ DI QUESTA NOTTE Tre gli arresti in totale ma 25 i presunti fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro. Tratto in arresto nella propria dimora a Mazara del Vallo, Matteo Tamburello, arrestato qualche anno addietro, da poco in libertà, figlio del boss mazarese Salvatore, morto qualche mese fa. A finire in manette anche il castelvetranese Como Giovanni, fratello di Gaspare. Gaspare Como si trova in carcere al 41bis, ed è cognato di Matteo Messina Denaro per aver sposato la sorella Bice. Giovanni Como è in stato di fermo con l’accusa di porto e detenzione illegale di armi. Stessa accusa che ha portato al fermo dell’imprenditore mazarese Diego Vassallo.
Secondo quanto emerge dalle indagini, i carabinieri hanno passato a setaccio il “fortino” di Messina Denaro. Infatti, il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi e l’aggiunto Paolo Guido hanno ordinato decine di perquisizioni a soggetti che a vario titolo rientrerebbero nel quadro di collegamento con il boss latitante. (Nell’immagine una delle automobili perquisite nel blitz di questa notte a caccia del boss super latitante Matteo Messina Denaro)
Perquisiti magazzini commerciali, negozi, abitazioni, capannoni, automobili, tutti di proprietà o riconducibili a personaggi, ritenuti vicini a Messina Denaro. L’operazione simile a quella avvenuta proprio un anno fa, è dedita alla caccia del super latitante. Una ricerca insistente sul territorio “amico” del latitante con l’obiettivo di rinvenire qualche traccia di Matteo.