I numeri della tragedia del naufragio del barcone con i migrante diretti a Lampedusa e partiti dalla Libia sono enormemente cresciuti, i 700 morti stimati fin da subito, purtroppo è destinato a crescere, perchè stando alle affermazioni dei superstiti, le persone a bordo erano 950. Nella stiva ce ne erano tantissimi, in quella parte, il racconto del superstite diventa angosciante, nella stiva ci vanno a finire i più disperati, quelli che pagano meno. Secondo quanto riporta Tgcom24, un uomo originario del Bangladesh, ha raccontato i retroscena del viaggio della speranza finito in tragedia con un naufragio senza precedenti da quando sono iniziati gli sbarchi di immigrati nel mediterraneo: “A bordo eravamo 950, c’erano 40-50 bambini e circa 200 donne. Molti migranti sono stati chiusi nei livelli inferiori della barca. Alla partenza i trafficanti hanno chiuso i portelloni impedendogli di uscire”.
Il migrante supertstite è stato ricoverato all’ospedale Cannizzaro di Catania ed è stato sentito dalla polizia di Stato su delega della procura di Catania. Alla squadra mobile ha riferito che il peschereccio è partito da un porto libico a circa 50 chilometri da Tripoli. A bordo ha stimato quasi mille passeggeri, gli immigrati provenivano da Algeria, Egitto, Somalia, Nigeria, Senegal, Mali, Zambia, Bangladesh e Ghana. L’originario del Bangladesh ha rivelato che nella stiva, tantissimi soprattutto donne e bambini, i più deboli, i più disperati, addirittura anche fra disperati c’è una graduatoria chi è più disperato.
Subito dopo il naufragio è stata messa in campo un’imponente operazione di soccorso circa 18 mezzi, che ha coinvolto anche navi dell’operazione Triton, dell’agenzia Frontex: unità navali della Guardia Costiera, della Marina Militare italiana e maltese, mercantili e pescherecci di Mazara del Vallo. Il comandante di quest’ultimo ha dichiarato: “Ci hanno chiamato dalla centrale operativa e ci hanno chiesto di mollare la pesca e di andare a salvare delle persone. E noi come sempre, non ci siamo tirati indietro. Ma di vivi non ne abbiamo visti. Abbiamo trovato quattro cadaveri e abbiamo atteso le autorità che arrivassero per prenderli”. Ma forse qualcun altro vivo c’è ancora. “Non se ne trovano più vivi sono andati tutti sotto. Magari c’è ancora qualcuno aggrappato a qualcosa, ma quanto vuoi che resista”.
Altro racconto sulla tragedia del naufragio di migranti è quello del comandante del mercantile portoghese King Jacob: “Stavamo navigando nella loro direzione appena ci hanno visto si sono agitati e il barcone si è capovolto. La nave non lo ha urtato, si è rovesciato prima che potessimo avvicinarci e calare le scialuppe”.
Redazione Peoplexpress