Lunga ed appassionante intervista, a firma autorevole di Dacia Maraini, al PM Antonino Di Matteo. Nino Di Matteo ha parlato in lungo ed in largo di 25 anni di mafia, politica ed economia. Il PM svela alcuni punti chiave della Trattativa Stato/Mafia.
Quei 25 anni rappresentano la chiave di lettura dell’organizzazione criminale, chiamata Cosa Nostra. Periodo in cui i mafiosi, del calibro criminale di Totò Riina vollero intimidire le alte cariche. Lì nasce tutto! Ma dalle sue parole, come nascono, crescono, finiscono. A volte però cambiano. E del cambiamento di Cosa Nostra ha anche accennato il PM, una mafia che non spara non significa che sia stata vinta. Anzi una mafia che non spara incute più timore e soggezione.
Nell’intervista il PM parla di Ciancimino, di Dell’Utri, cita Berlusconi. Non può fare a meno di citare Riina e Provenzano e dulcis in fundo Matteo Messina Denaro. Si proprio l’ultimo dei corleonesi, latitanti da 25 anni. Corsi e ricorsi storici, quei famosi 25 anni che per Di Matteo contengono i segreti della mafia siciliana. Sulla latitanza di Matteo Messina Denaro non è stato tenero. Chi al suo posto lo sarebbe?
“E’ scandaloso che da 25 anni si protragga la sua latitanza. Spero solo che questo lungo buco nero non sia frutto di ricatti e condizionamenti che Messina Denaro può essere in grado di esercitare nei confronti di ambienti deviati dello Stato”.
Sulla trattativa Stato/Mafia e la cattura di Salvatore Riina: “Dal processo alla trattativa emerge che Ciancimino capì che la mediazione non poteva essere raggiunta se in Cosa nostra avesse prevalso la linea di Riina e per questo offrì ai carabinieri il suo aiuto per catturare Riina“.