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Ondata di divieti nel nuovo Dpcm dal 16 gennaio

Il prossimo Dpcm che conterrà le misure in vigore dal prossimo 16 gennaio è prossimo all’uscita. Il governo sta discutendo con le regioni tenendo conto quanto relazionato dal ministero della Salute e dal CTS. Cambieranno i coefficienti di valutazione ed in base agli indici cambieranno i colori delle fasce. Con Rt attestato sull’uno per cento verrà automaticamente dichiarata zona “arancione”. La zona “rossa” scatterà per quelle regioni con Rt all’1,25%. Saranno tanti i divieti contenuti dal prossimo decreto: i weekend saranno caratterizzati da restrizioni previsti attualmente dalla zona “arancione”.

Sarà sicuramente vietato l’asporto di bar e ristoranti anche in zona “gialla”: se passerà questa tesi, caldeggiata dal ministero della Salute e dal CTS, sarà consentito solo la consegna a domicilio dalle 18 alle 22. Questo aspetto è al vaglio perchè, nonostante gli appelli lanciati, l’asporto ha aumentato l’assembramento nelle vicinanze dei luoghi di ristoro. Permane il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino. Solo le regioni in zona “bianca” potranno finalmente non avere il coprifuoco.

Anche lo sport amatoriale, palestre e strutture sportive, dovranno rimandare la riapertura. E’ certo che per tutto il mese di gennaio gli sportivi dovranno rimanere senza l’apertura delle strutture. Stesso discorso per gli impianti sciistici. Il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora sta cercando di capire, con il parere del CTS, se esiste la possibilità di una apertura alle attività sportive individuali.

I prossimi giorni saranno i più importanti per i dati di contagio: i 10 giorni dall’ultima festività finiranno il prossimo 15 gennaio e saranno decisivi i numeri che usciranno fuori. Non si esclude che le regioni che da oggi sono in arancione, soglia a rischio, potrebbero diventare zona “rossa”. Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Sicilia e Calabria sono avvisate ed anche i loro governatori, oggi impegnati nel dibattito con il governo, sono già preparati ad una eventuale ordinanza di chiusura delle attività.

Fonte: www.repubblica.it