Pensare che in quei giorni successivi alla sparatoria con inseguimento fu divulgato anche l’audio mentre i poliziotti inseguivano a sirene spiegate un presunto malvivente ed invece a seguito delle indagini della procura di Palermo e della Squadra Mobile sempre del capoluogo siciliano, quella sparatoria non c’è mai stata. Per quell’episodio è stato tratto in arresto un ragazzo di 22 anni Luca Milhancovic accusato di ricettazione, tentato omicidio e resistenza a pubblico ufficiale. L’episodio avvenne lo scorso 16 marzo 2015 a Palermo nel rione Zen, zona del capoluogo siciliano non nuova ad episodi del genere. Oggi la Procura di Palermo ha deciso di scagionare il giovane rom e di indagare l’ispettore di Polizia ed il suo assistente con le pesanti accuse di calunnia, simulazione di reato, falso, procuratore allarme e danneggiamento.
Le testimonianze delle due forze dell’ordine non hanno convinto gli investigatori della Squadra Mobile di Palermo, il dubbio ce l’hanno anche il PM Bonaccorso ed il questore Longo che avviano delle indagini attraverso l’utilizzo delle telecamere poste nelle vicinanze del tragitto del fantomatico inseguimento fra l’auto della Polizia e la Hyundai Atos con a bordo il ventiduenne. Il Questore di persona si reca nella zona del reato perchè fin da subito qualcosa non gli quadra nonostante un foro di pallottola nella vettura della volante della Polizia ed uno dei due poliziotti ferito di striscio. Proprio da una telecamera che riprende via Scordia, luogo dove a detta delle due forze dell’ordine era iniziato l’inseguimento, le registrazioni non hanno trovato il riscontro raccontato: in quel tratto di strada la volante della Polizia era immortalata in una andatura regolare e non vi era alcuna traccia di un’autovettura da inseguire.
L’inseguimento fantasma è stato architettato dall’Ispettore e dal suo assistente per quale reale motivo, quale movente ha spinto i due a simulare la sparatoria? I dubbi permangono e i due sono intanto indagati per dei reati gravi, per 50 giorni il giovane ventiduenne è stato rinchiuso in carcere ingiustamente. A confermare la svolta delle indagini un’altro indizio che non lascia dubbi: i poliziotti raccontarono che il proiettile sparato contro la volante è partito da una quarantina di metri, i risultati della balistica smentiscono la tesi, il colpo di arma da fuoco è stato esploso a non più di 5 metri distanza. Altro elemento non riscontrato l’orario, l’allarme del conflitto a fuoco è stato comunicato via radio attorno alle 18:24 di quel 16 marzo, le riprese delle telecamere controllate smentiscono anche quello.
Intanto la procura ha deciso di scagionare il ventiduenne rom dalle accuse a lui ascritte che gli hanno fatto trascorrere 50 giorni in carcere, la svolta delle indagini, ed il caso della “finta” sparatoria adesso vede come imputati i due poliziotti che non si conosce il perchè della loro finzione, rischiano adesso dei guai giudiziari non poco rilevanti. (Fonte RepubblicaPalermo.it)
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Redazione Peoplexpress