La rivelazione di Report sul piano pandemico nazionale e sulla presunta sparizione di alcuni documenti sono al centro di una querelle mediatica fra la trasmissione d’inchiesta e lo staff del Ministero della Salute. “Non si tratta di un documento ufficiale dell’OMS e non è mai stato trasmesso al Ministero della Salute che quindi non lo ha mai né valutato, né commentato. Ogni informazione in merito deriva da fonti non istituzionali”. Questa la risposta dell’ufficio stampa del Ministero della Salute sull’inchiesta di Report di lunedì 30 novembre.
Cosa aveva “denunciato” il programma condotto da Sigfrido Ranucci? “Secondo una testimonianza che abbiamo raccolto, l’Oms si sarebbe prestato a fare da consapevole parafulmine a decisioni impopolari e criticate del ministro Speranza e del governo durante la prima ondata Covid. Su questo punto, chiediamo un commento al ministro Roberto Speranza. Chiediamo di conoscere l’elenco puntuale delle donazioni fatte dall’Italia all’Oms negli ultimi due anni, con le date e i relativi importi (e le eventuali destinazioni vincolate)“.
Un documento dell’Oms denunciava che il piano pandemico italiano è del 2006, come scoperto da Report. Poche ore dopo la sua pubblicazione viene rimosso. Secondo le stime del Generale Lunelli, esperto di difesa batteriologica, un piano aggiornato avrebbe salvato diecimila vite. Report tornerà a raccontare con documenti esclusivi cosa è successo davvero nelle stanze dell’Oms e perché il rapporto scomparso è una bomba mediatica, tra incidenti diplomatici, cattivo uso di fondi della cooperazione, immunità diplomatica usata da scudo contro le convocazioni della procura di Bergamo e una curiosa comunione di intenti tra i pezzi grossi dell’Oms e il nostro ministero della Salute.