Dalle anticipazioni dei giorni scorsi, comprese quelle del conduttore, Sigfrido Ranucci, lo si era intuito che la puntata di Report di lunedì 23 novembre sarebbe stata alquanto interessante. Diverse le inchieste trattate, tra le quali spiccano, quelle relativa agli effettivi proprietari della squadra di calcio AC Milan e la vicenda, seguita da Report da tempo, sullo scandalo dei Vigili Urbani di Roma. Nella prima inchiesta Report conduce il telespettatore all’interno dell’acquisto dell’AC Milan da parte del cinese Li Yonghong. Prezzo pattuito 740 milioni di euro, soldi che sono serviti a Fininvest per salvare Mediaset in relazione alla scalata della francese Vivendi.
Silvio Berlusconi conclude con il presunto magnate cinese l’affare e nell’estate del 2016 riceve i primi 100 milioni. Dopo poco tempo altri 100 milioni poi altri 100 milioni fino ad arrivare alla somma di 400 milioni. La restante cifra invece sarà concessa dal fondo Elliott che finanzia a Li Yonghong 303 milioni di euro che il cinese dovrà pagare in “comode” rate ma è obbligato nell’accordo a cedere tutte le quote azionare del Milan.
Report: le inchieste su AC Milan e Vigili di Roma, Replica della puntata
Ecco che in questo contesto, attraverso il fondo finanziario, entrano in gioco due italiani, due campani per la precisione, Gianluca D’Avanzo e Salvatore Cerchione. Secondo quanto riporta Report, i due hanno fatto soldi acquistando con le loro aziende finanziarie i crediti della sanità pubblica campana. I loro guadagni sono arrivati dal recupero delle somme del privato con tanto di interesse di sorta. Report, attraverso un esperto di anti-riciclaggio, svela tutto il castello di società che si nascondono dietro il Milan. Le telecamere di Report incontrano l’assessore del comune di Milano, Roberto Tasca, che non conosce i veri proprietari del Milan, infatti in Italia non vi è l’obbligo del pubblico registro delle imprese. Solo dopo l’acquisizione per il nuovo stadio la società può comunicare gli effettivi titolari. Sigfrido Ranucci si rivolge ai ministri Patuanelli e Gualtieri affinchè inseriscano nel nostro paese il pubblico registro delle imprese.
Inchiesta “Potere Capitale” sui Vigili Urbani di Roma. È uno dei Corpi di polizia cittadina più grandi d’Europa: oltre 6mila vigili con competenze che vanno dal decoro urbano alla verifica delle misure anti-Covid. Ma a dieci anni dalle prime denunce che portarono all’arresto del comandante generale del Corpo di polizia locale di Roma, Angelo Giuliani, il sistema di potere all’interno dei vigili urbani della capitale è ancora in piedi. Un sistema che permette agli agenti della Polizia locale di esercitare un controllo totale sulla città: sui commercianti, sugli imprenditori, sui politici, sugli stessi privati cittadini.
Attraverso testimonianze e intercettazioni inedite, l’inchiesta ricostruisce i legami tra l’allora comandante Giuliani e l’attuale comandante generale Stefano Napoli, nominato alla guida del Corpo il 30 giugno scorso dalla sindaca Virginia Raggi. Parlano commercianti vittime di estorsione e cittadini minacciati di morte solo per aver segnalato troppe irregolarità, ed emerge per la prima volta il ruolo di alcuni vigili come fiancheggiatori dei clan nella conquista dei locali del centro di Roma. Un sistema così consolidato che è capace perfino di far tremare un sindaco, al punto da rendere lecita la domanda: quale è stato il ruolo dei vigili di Roma negli scandali che hanno portato alle dimissioni di Ignazio Marino?