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Report Replica: Veneto, Vaticano e Lega, le super inchieste

Replica Report puntata di lunedì 26 aprile 2021

Tre inchieste quelle che ieri sera sono state al centro della trasmissione di Report, condotta da Sigfrido Ranucci, ed andata in onda lunedì 26 aprile 2021 su Rai 3. Il giallo Veneto, Sabotaggio e 2X1000X2.

Cosa è successo alla sanità veneta? Nella gestione del virus all’inizio sono stati i primi della classe. Ma a gennaio hanno registrato il tasso di mortalità più alto d’Italia. Nonostante il parametro di occupazione delle terapie intensive fosse stato superato, già a novembre, il Veneto è rimasto in zona gialla. Perché? Uno degli artefici dei successi della prima ondata è stato il prof. Andrea Crisanti che però durante la seconda ondata è stato messo da parte e non sono stati ascoltati i suoi allarmi sulla sensibilità dei tamponi rapidi di cui il Veneto ha fatto largo uso.

Nuove testimonianze inedite rivelano che il Vaticano avrebbe potuto evitare la presunta truffa del palazzo di Londra, costato 400 milioni di euro. L’ufficio del revisore generale della Santa Sede aveva infatti scoperto l’investimento nella primavera del 2016, ma la Segreteria di Stato vaticana non ha mai fornito la documentazione richiesta. In Vaticano la maggior parte dei professionisti scelti dai due pontefici Benedetto XVI e Francesco per vigilare sulla trasparenza e la correttezza delle transazioni finanziaria è stata negli ultimi anni sistematicamente boicottata o addirittura sabotata. I protagonisti dell’antiriciclaggio e della revisione contabile della Santa Sede tra il 2011 e il 2017 raccontano a Report la guerra subita all’interno delle mura vaticane, combattuta a colpi di dossieraggi, computer infettati, microspie e minacce di arresto.

Il 21 dicembre 2019 un instancabile Umberto Bossi dà la sua benedizione a quella che sembra essere una vera e propria trasformazione del suo partito indipendentista in quello nazionalista della Lega per Salvini Premier. Alla fine del congresso però non c’è stato nessun passaggio a un nuovo partito, ma il mantenimento della vecchia Lega Nord e il riconoscimento del nuovo partito di Salvini. Bad company da un lato e newco dall’altro. Quando alla fine del 2017 i magistrati di Genova alla ricerca dei 49 milioni di euro di contributi non dovuti hanno trovato solo 100 mila euro nelle casse della Lega Nord, il vecchio partito si è accordato con la Procura per restituire 600 mila euro l’anno per i prossimi 70 anni. E dove li prenderebbe i soldi? Anche se oggi non permette ai suoi militanti di candidarsi alle elezioni amministrative, riscuote ancora il 2×1000 e ci paga il debito con lo Stato.

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