L’ex Vescovo di Trapani, Monsignor Francesco Miccichè risulta indagato dalla Procura trapanese, a seguito di indagini della Guardia Finanza del capoluogo trapanese, per aver utilizzato, per scopi prettamente privati, ingenti somme di denaro relativo all’8 per mille che doveva essere destinato ai più bisognosi.
Le indagini che proseguono, per scoprire eventuali altri reati ed altri personaggi coinvolti nell’inchiesta, è partita dopo il caso, che ha fatto tanto scalpore, riguardante l’ammanco del denaro, che fin dall’inizio, dallo stesso ex Vescovo di Trapani, Francesco Miccichè, veniva collegato al suo ex economo, don Antonino Treppiedi. Infatti, pertanto, Monsignor Miccichè, dovrà rispondere anche di calunnia e diffamazioni nei confronti del suo economo di fiducia, additato dallo stesso ex Vescovo di Trapani come responsabile delle somme “sparite”.
Le Fiamme Gialle di Trapani, dopo un lavoro d’indagine molto “certosino” sono riuscite a ricostruire un giro di bonifici e false fatture che avrebbero consentito al Vescovo di poter ottenere grosse somme di denaro da reinvestire nell’acquisto e nella costruzione di vere e proprie attività turistiche-commerciali.
I pm che indagano sulla vicenda, hanno portato le loro attenzioni anche sul conto corrente di Francesco Miccichè presso lo Ior. Pare dalle risultanze delle indagini, esiste un deposito di 400mila euro, cifra risultata esagerata secondo i magistrati e non compatibile né con il suo stipendio né con il suo patrimonio personale in quanto Micciché proverrebbe da una famiglia modesta.
Secondo quanto riportano i media locali di Trapani, sembra che il religioso negli ultimi tempi abbia anche tentato di avvicinare Papa Francesco per chiedergli un incarico e la cittadinanza vaticana che gli avrebbe permesso di sottrarsi alla giurisdizione italiana.