Le vecchie lire non valgono nulla, recitava così l’ultima volta che abbiamo sentito parlare della nostra cara Lira, ma attenzione perchè il valore che la Banca d’Italia da per le vecchie lire è un valore “forfettario” e vincolato al loro originario taglio. Adesso però qualcosa è cambiato o per meglio dire, non è variato il peso che da la Banca d’Italia ma è il valore delle singole monete e tagli cartacei che da la numismatica. Secondo quanto riporta Il Giornale: “Chi avrà la possibilità di cambiarle otterrà dalla Banca d’Italia solo il valore facciale ma ci sono alcune banconote che hanno un valore numismatico ben superiore, dovuto alla loro rarità”.
Come spiega Gabriele Tonello, esperto di numismatica della Bolaffi, c’è per esempio una serie limitata della vecchia banconota da 50mila lire con la faccia di Gian Lorenzo Bernini vale da 300 a mille euro. A un’asta un singolo pezzo venne addirittura battuto a 2.500 euro. Ma non tutte le 50mila lire col Bernini hanno un valore così alto.
“La rarità riguarda – spiega Tonello – la serie XE del 50 mila di Bernini, stampata in soli 40mila esemplari”. Sono numerose le banconote che hanno interesse numismatico. Tanto che l’esperto della Bolaffi consiglia a chi ha da parte monete e banconote in lire a verificare sui siti online per scoprirne il reale valore.
Ma Tonello fa notare alla Stampa: “Le banconote denominate in lire che risultano rare si trovano solo fra quelle che erano già fuori corso al momento del concambio. Invece, le lire che si potranno (eventualmente) cambiare sono solo quelle che erano in circolazione quando la lira è morta. E non hanno valore numismatico, né si può prevedere che ne abbiano mai in futuro, perché le loro tirature sono altissime”.